Graziella Magherini passa in rapida rassegna le principali scoperte di Freud, le modalità della diffusione nel mondo delle teoria psicoanalitica, i contributi dei maggiori psicoanalisti che hanno operato nel corso del XX secolo, le psicoterapie che ne sono derivate.
Interviene sulle ragioni della contrapposizione fra terapia con psicofarmaci e terapia psicologica.
Affronta il tema dell'incontro di fine secolo fra psicoanalisi e mondo virtuale, e Internet.
Attraverso un dibattito a tutto campo in cui vengono citati autori, metodi, farmaci e "guerre sante" di un'avventura che parrebbe destinata al declino, emerge una visione d'insieme e senza ombre dello stato attuale della scienza che nacque a Vienna, alle prese con le sfide del nostro tempo.
Published by Ponte alle Grazie. 176 pages; 23,000 Italian Lire. Graziella Magherini recounts briefly Freud's main discoveries, the worldwide diffusion of psychoanalytic theory, the contributions of the greatest 20th century psychoanalysts, and related psychotherapies. She explores the reasons for the clash between psychopharmacological and psychological therapies. She further comments on the interface between psychoanalysis, the virtual world, and the Internet that are emerging topics in the closing years of this century.
L'intenzione era anche un'adesione al desiderio dell'editore, il quale mi
aveva chiesto di scrivere le mie opinioni - le opinioni di una persona a lungo impegnata nello studio e nella pratica psicoanalitica e psichiatrica - su alcuni problemi relativi appunto alla psicoanalisi e alla cura dei disturbi psichici.
Diversi argomenti riguardano temi ricorrenti: Ma una domanda sovrasta tutte le altre. Per arrivare dove fluttuano solo intelligenze, ovvero nel primo e vero regno della comunicazione globale:
Spero che il lettore apprezzi un testo "veloce" su questi interrogativi, un testo che gli consenta delle
risposte dopo uno sguardo sullo "stato dell'arte" della psicoanalisi e una riflessione su una "prospettiva
per la psicoanalisi", quali potrebbero derivargli da una "conversazione in salotto" con una psicoanalista. Ci abbiamo messo cent'anni per capirlo. Il biologismo vuole uccidere la psicoanalisi? Adesso è venuto anche il momento della realtà virtuale, della temporanea scissione - in Internet - fra il nostro corpo e la nostra mente. Metteremo dei lettini che non esistono? Apriremo degli studi in rete per chi "naviga"?
Graziella Magherini nel suo libro mette in luce con grande chiarezza come la psicoanalisi abbia generato metodi per la conoscenza di sé ed efficaci strumenti di terapia dei disturbi psichici. Spiega quello che si deve sapere sul mondo delle psicoterapie e come le scoperte della psicoanalisi abbiano indicato a genitori, insegnanti, medici quali tappe e quali crisi il bambino attraversi dalla nascita all'adolescenza.
Attraverso un dibattito a tutto campo in cui vengono citati autori, metodi, farmaci e "guerre sante" di un'avventura che parrebbe destinata al declino, emerge una visione d'insieme e senza ombre dello stato attuale della scienza che nacque a Vienna, alle prese con le sfide del nostro tempo.
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"WHO IS KILLING PSYCHOANALYSIS"
"Who Is Killing Psychoanalysis" is a new book by Graziella Magherini, the author of "La sindrome di Stendhal" (The Stendhal Syndrome).
PREMESSA DELL'AUTRICE
A queste domande, e risposte, è dedicata parte del testo.
Adesso è venuto il momento del biologismo e del digitalismo.
Il primo con l'ostentata certezza che la biologia risolverà il problema della mente e i farmaci guariranno tutti i disturbi psichici. Il secondo con la fuga nella realtà virtuale, con la temporanea scissione fra il nostro corpo e la nostra mente.
Biologismo e digitalismo sono i due possibili killer della psicoanalisi?
Il biologismo trasmette "onnipotenza" con l'ingenuità di ritenere che la vita mentale, i comportamenti, i sentimenti, gli stati d'animo, gli affetti siano la diretta espressione delle modificazioni di sostanze
chimiche prodotte da cellule nervose, da neurotrasmettitori.
Al di fuori delle esperienze personali, della propria storia, delle proprie spinte ideali.
Il digitalismo lasciando il soggetto biologico, il corpo in un preciso spazio fisico durante un altrettanto esatto momento temporale, trasferendo la nostra mente in un luogo imprecisato dove non contano più le cose che si toccano o che sono state toccate: la storia, la geografia, il sesso, la bellezza...
Qualcuno ucciderà la scienza nata da Freud per fare posto ai "razionali" biologismo e digitalismo?
Firenze, aprile 1996 Graziella Magherini
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INTRODUZIONE
Ed ora il biologismo vuole convincere che siamo solo cervello, che la mente è un sistema di reazioni chimiche e impulsi elettrici.
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INDICE
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Fra i suoi libri più conosciuti si segnalano:
[...] E' forse già nata una nuova forma di psicoterapia, la psicoterapia virtuale?
[...]lo spazio virtuale, il cyberspazio sarà, presto, anche uno dei "teatri" in cui si muoverà la vita mentale di molti, nei suoi aspetti di normalità e di patologia
[...] La realtà interna si può mettere in rapporto con la realtà virtuale, accendendo la fantasia, soddisfacendo il desiderio, il senso di onnipotenza.
Che cosa si prospetta allora alla psicoanalisi di fronte a questi cambiamenti epocali?
Resisterà alla tentazione di rinchiudersi di nuovo nel suo castello, con aritocratico distacco? [dal libro]
Un'analisi lucida e provocatoria dello stato attuale, dei significati e delle possibilità della psicoanalisi alla fine del secondo millennio.
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Dal trauma reale a quello immaginario.
La psicoanalisi si ritrova ancora oggi a dover riflettere su
imponenti fenomeni sociali improntati alla violenza: guerre ed eccidi che non hanno niente da
invidiare a quelli dei peggiori tempi del passato, violenze fra le persone, dagli omicidi dei serial killer
a quelli degli adolescenti che uccidono i genitori, dagli stupri alla violenza sessuale sui bambini.
Quest'ultima in particolare ci riporta agli albori della psicoanalisi, quando Freud pensava ai traumi
sessuali infantili reali come causa di nevrosi.
Egli in un primo tempo attribuì l'insorgere di disturbi
mentali appunto a traumi sessuali infantili reali.
Dopo pochi anni cambiò idea e fu per lui molto
doloroso fare una pubblica confessione di tale inversione di marcia, pensando che anche questa
dimostrazione di onestà intellettuale avrebbe dato luogo ad attacchi.
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Non tutti sanno che dopo Freud studiosi geniali e ricercatori accurati hanno rielaborato,
approfondendole e rinnovandole, molte delle tesi freudiane originarie.
Oggi, la psicoanalisi, nata da
Freud, è diversa da quella delle origini sotto molti aspetti.
Il rinnovamento e l'arricchimento della
psicoanalisi sono avvenuti ed avvengono su due direttrici principali:
Un grande fervore di studi psicoanalitici contraddistingue i nostri anni; e la popolazione, di tutte le
classi sociali, riserva molta attenzione alla psicoanalisi e agli psicoanalisti.
Ma questi anni sono anche
contrassegnati da un rinnovato diffuso interesse per la magia, per l'occultismo.
Sono i libri
sull'argomento, i romanzi che hanno come sfondo la cabala, le trasmissioni televisive a rivelarcelo.
I filosofi della scienza e gli storici delle idee ci hanno convinti che razionalità e irrazionalità, scienza e magia sono destinati a convivere, che è errato supporre che la scienza avanzando elimini ogni
credenza nell'occultismo e nelle magie.
Pertanto è quasi inevitabile la confusione di idee intorno al
dominio dei trattamenti derivati dalla psicoanalisi, nel quale il progresso non procede con formule
matematiche e dove la formalizzazione, come la indicano i logici, è ardua e il linguaggio può essere a
volte incomprensibile.
E' importante perciò acquisire le informazioni essenziali, che possano
consentirci di comprendere a quale categoria assegnare un metodo terapeutico di natura psicologica,
nel quale possa capitare di imbatterci.
Il fisico-matematico Roger Penrose propone una "quadruplice
classificazione delle teorie come superbe, utili, provvisorie e sbagliate": l'importante è riuscire ad
assicurarci che la teoria nella quale ci fossimo imbattuti non appartiene alla quarta classe.
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Il XX secolo ha assistito a un grande progresso parallelo della biologia e della psicologia,
quest'ultima rinnovata in massima parte dal movimento scientifico-culturale psicoanalitico.
Due
"ideologie", a quelle scienze collegate, si aggirano fra noi: lo "psicobiologismo", che vuole spiegare
la vita mentale con formule e reazioni chimiche e impulsi elettrici; lo "psicologismo", che nega alla
biologia la capacità e il diritto di occuparsi della "mente": "si occupi del cervello, lasci stare la
mente".
"Psicobiologismo" e "psicologismo" da distinguere nettamente dalle due scienze, psicobiologia e psicologia.
Non è certo una disputa nuova; ritorna ora come dissidio fra "orientamenti terapeutici", fra chi
sostiene che le uniche terapie dei disturbi mentali scientificamente dimostrate sono quelle
farmacologiche (e fisiche come l'elettroshock) e chi sostiene che i farmaci non servono o sono dannosi e non bisogna darli anche per ragioni "ideologiche".
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La psicoanalisi, alla fine del secolo scorso e all'inizio di questo, nasceva e andava sviluppandosi nello
scenario della ricca borghesia absburgica, in circoli ristretti di scienza e cultura i cui riferimenti oltre
a Vienna erano Parigi, Berlino, Londra.
L'accettazione e le repulse, le discussioni e le reazioni alle
proposte di Freud avevano per scena convegni scientifici, salotti mondani: decine o centinaia di
persone.
Niente o assai poco poteva giungere agli strati meno elevati delle popolazioni. Nei primi
dieci anni dopo le osservazioni iniziali, le discussioni sulla psicoanalisi si svolgevano tra Freud e
pochi intimi: in Italia, come si è visto, cominciarono a diffondersi in ambienti molto limitati quando
l'impero absburgico era già da diversi anni crollato e la borghesia viennese aveva da tempo cessato di
essere la culla, non priva di contrasti, della nuova "scienza dell'anima".
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L'espressione deriva dal titolo di un libro della psichiatra psicoanalista
fiorentina Graziella Magherini.
Il libro trae spunto dall'osservazione, in
molti anni di attivit come psichiatra responsabile del Servizio per la
salute mentale dell'Arcispedale di Santa Maria Nuova di Firenze, di turisti
stranieri giunti d'urgenza al servizio e, spesso, ricoverati in preda a uno
scompenso psichico acuto: episodi improvvisi e clamorosi, il cui studio ha
permesso di rilevare strette relazioni con il viaggio in città d'arte.
A
questi casi facevano riscontro altri osservati nella pratica clinica
ambulatoriale.
L'osservazione dei singoli casi ha permesso di verificare che, nel corso
delle crisi, si animano vicende profonde della realtà psichica.
E il viaggio
diventa anche un'occasione di conoscenza di sé.
"Sindrome di Stendhal" è la definizione data dall'autrice a episodi di
sofferenza mentale colti in turisti in visita a citt d'arte.
Il richiamo a
Stendhal vuole dare rilievo a questo tipo di viaggio in quanto evento
fattore-fattore significativo di crisi.
Una situazione che lo scrittore
francese, viaggiatore e capostipite insigne del moderno turista, descrisse
in alcune pagine del suo journal.
L'osservazione dei singoli casi ha
permesso di verificare che, nel corso delle crisi, si animano vicende
profonde della realtà psichica e si riattiva la vitalità della sfera
simbolica personale. E il viaggio diventa pure, nella sue soste tanto attese
nelle città sognate, un'occasione di conoscenza di sé.
Psicoanalisi, letteratura, storie personali compongono una trama di emozioni
e di sentimenti risvegliati dal viaggio, puntando, nell'ultimo capitolo (La
vacanza della mente), a un tentativo di comprensione che si inserisce in una
linea interpretativa da Freud a Winnicott a Bion, e che conduce a una
riflessione sul funzionamento della mente nel viaggio e nel confronto fra sé
e l'opera d'arte..
Firenze, aprile 1996 Graziella Magherini
"Stendhal syndrome" has become a commonly used expression to refer to a
traveller's psychological disturbance triggered by a work of art.
The term
derives from the title of a 1989 book by the Florentine psychiatrist and
psychoanalyst, Graziella Magherini.
During her many years as chief
psychiatrist of the Mental Health Service at Florence's Santa Maria Nuova
Hospital, professor Magherini had occasion to observe foreign tourists in
the grip of psychiatric crises which were typical of sudden onset, brief and
usually benign.
Study of these episodes revealed their close relationship
with travel to cities of great art. Clinical probing of individual cases
enabled Magherini to establish that the impact of artistic masterpieces can
touch and bring to the surface repressed e motional experiences.
In this
way, a voyage can ultimately lead to self-knowledge.
Magherini applied
Stendhal's name to the cluster of symptoms she observed and studied, because
in 1817 the French writer described a severe malaise he suffered white
visiting and viewing the marvels of the church of Santa Croce in Florence.
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Le oscillazioni di luce e buio lo disorientavano
causandogli una perdita di senso della sua esistenza così come del senso dei
quadri. Quello che lo sconvolse del tutto fu il dettaglio di un altro
quadro, il ginocchio del Narciso. In questo dipinto, il ragazzo ritratto è
in ginocchio davanti a uno specchio d'acqua nel quale egli può vedere
soltanto una parte di quanto l'osservatore del quadro può vedere di lui.
Sembra che il ragazzo sia accovacciato sulle gambe, quasi seduto su una
delle gambe, con un ginocchio spinto in primo piano: di fatto il ginocchio è
il centro fisico del quadro, è l'oggetto più luminoso, è pienamente
evidente, ma il ragazzo non lo vede riflesso nell'acqua perché il suo angolo
visuale non glielo concede. Il ginocchio si era trasformato agli occhi del
giovane turista in uno spesso, nodoso bastone proiettato all'esterno come
per colpirlo. Il ginocchio, divenuto bastone, in tutta la sua minacciosi,
appariva isolato, separato dal suo contesto. Henry temette di impazzire e
fuggì via..
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loro esperienze possono aiutare a c omprendere le valenze psicologiche del
viaggio, anche di quello odierno, pur nelle diversità delle condizioni
storiche, oltre che dei presuppposti culturali..
torna all'indiceQUARTA DI COPERTINA
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Capitolo 1
Volgiamoci ora ad alcuni dei grandi viaggiatori classici, ai quali l'Italia
si è rivelata una meta essenziale per la loro formazione intellettuale: non
a caso essi ne hanno scritto nei modi supremi di un "turismo dell'anima".
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In particolare ci riferiamo, come abbiamo visto, a
una pagina di Rome, Naples et Florence in cui si parla della visita nella
basilica di Santa Croce e della crisi che coglie lo scrittore all'interno
della chiesa, costringendolo a uscire all'aperto, nella piazza, per
risollevarsi da una vertiginosa attrazione di storia accumulata e di memorie
incise nella pietra secolare della basilica e della città..
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L'ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze, situato nel cuore del centro
storico, monumento esso stesso della città antica e del dolore dei suoi
abitanti, ha rappresentato e rappresenta un osservatorio privilegiato.
Da
molti anni, infatti, la nostra attenzione è stata attratta da un fenomeno
peculiare quale l'arrivo al pronto soccorso di turisti stranieri in
situazione di improvviso disagio psichico, tale a volte da richiedere il
ricovero nel reparto di diagnosi e cura psichiatrica..
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Non tanto, e comunque non solo, per la topografia
dei suoi viaggi, quanto per l'intensit emozionale dell'esperienza legata al
movimento e alla scoperta, per la voracità dei suoi desideri di esplorazione
- e il termine "fame" appare idoneo a rappresentarla - caratteristiche che
fanno di Freud un singolare innesto di un esploratore d'altri tempi, proteso
alla scoperta geografica, nel moderno esploratore introspettivo, ...
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Ma si può dire che tale pessimismo è in
relazione con l'idea stessa della cura psicoanalitica, secondo la quale
"dove era l 'Es, là l'Io sarà", posizione da intendersi non come dominio,
come controllo dell'Io sulla vita pulsionale, ma nel senso di una reciproca
integrazione di queste due sfere.
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