12 marzo 1997, una data "storica" per la scuola italiana
Sport a scuola come in America
Un'ottimistica visione dell'ispettore ministeriale Candidi

di Corrado Candidi

Nella scuola italiana, quella del 12 marzo scorso potrebbe anche essere considerata una "data storica", cioè una data destinata ad essere ricordata come evento importante (nel senso letterale del termine: in portans, portare dentro, portare verso, cioè produrre effetti importanti, appunto!): è stato infatti il giorno della firma di un protocollo d’intesa ministero Pubblica istruzione - Coni sulla pratica delle attività motorie presportive e sportive in ambito scolastico.

Il protocollo precedente
Per le cronache non sarà male ricordare che il precedente protocollo era stato stipulato il 4 febbraio 1980, nella sede di Viale Trastevere 76, e siglato dai responsabili dei due organismi: il senatore Valitutti, ministro pro-tempore della Pubblica istruzione, il dott. Carraro, presidente del Coni.

Il 12 marzo
E poiché anche le cronache possono essere testimoni di eventi importanti, devono essere richiamati alcuni particolari della cerimonia del 12 marzo; anzitutto, il luogo dell’evento: Palazzo Chigi, sede della presidenza del Consiglio; poi, la presenza, come autorevole testimone, dell’on. Veltroni, vice-presidente del Consiglio dei ministri, quindi del ministro competente on. Berlinguer, del presidente del Coni dott. Pescante, del sottosegretario senatrice Rocchi, di dirigenti delle parti contraenti. Che all’atto di stipula abbia voluto presenziare l’on. Veltroni, delegato allo sport per il governo, non può essere considerato fatto occasionale, anche perché il vice-presidente del Consiglio ha inteso rafforzare il senso della sua presenza esprimendo formalmente (cioè con una dichiarazione conclusiva del documento) "una valutazione positiva degli obiettivi del Protocollo" e "assicurando, per quanto di competenza, il pieno sostegno ... per favorirne la completa e più efficace attuazione". Questo dunque l’evento importante che rende "storica" la data del 12 marzo 1997. Ciò soprattutto se si tiene conto che infinite traversie, leggasi ritardi, ne avevano ostacolato il cammino per almeno cinque anni. E’ infatti dai primi anni 1990 che gruppi di lavoro, commissioni, esperti, uffici, dirigenti, dell’uno e dell’altro ente, si erano attivati, producendo anche molto, ma raccogliendo quasi nulla.

Quando, ai primi del 1997, l’ennesima ripresa di dialogo ha provocato l’ennesimo incontro, per la produzione dell’ennesimo documento, i membri delle due delegazioni (quasi sempre gli stessi, da anni; chi scrive tra questi) hanno certamente pensato di dover recitare, per l’ennesima volta, una parte già conosciuta, e scontata. E ... invece! Invece non avevamo tenuto conto, me compreso, che l’elemento nuovo era costituito dal coordinamento. Anche in questa occasione un sottosegretario a capo del gruppo misto di esperti; ma mai come questa volta un sottosegretario, la "verde" senatrice Carla Rocchi, convinta, impegnata, determinata. Come in occasioni passate vi sono stati confronti, richiami, spunti polemici; come sempre abbiamo assistito a "botte e risposte", a "finte di spiazzamento", a "strategie di fuga"; tuttavia a tutto ha resistito "la diga Rocchi": con pazienza e perseveranza infinite, con l’eterno sorriso di cortesia sulle labbra, la senatrice ha pilotato il gruppo ... fino al definitivo traguardo.

Collaborare e investire risorse
Il protocollo d’intesa è un’altra delle novità di questo 1997, non certo avaro di sorprese in campo scolastico (vedasi la legge sull’autonomia alle scuole, o la proposta di riordino dei cicli dell’intero sistema di istruzione). Il protocollo, al di là della metafora diplomatico-istituzionale, è di fatto uno strumento: un accordo, una dichiarazione congiunta, una intesa appunto tra due soggetti che decidono di impegnarsi per realizzare insieme un progetto, per investirvi risorse, per raggiungere determinati obiettivi.
Tanto per fare un esempio, il protocollo dl 1980 ha prodotto, tra i risultati più noti, i Giochi della gioventù. Dopo tanti anni di esperienza si può anche essere d’accordo sulla necessità di rivedere formula, programmi, gestione dei Giochi e dei Campionati studenteschi; ed è certamente anche per questo che il nuovo protocollo ha tardato tanto a maturare. Tuttavia non si può negare che Giochi e Campionati hanno rappresentato, per la scuola e per gli alunni, l’unica occasione di collaborazione generalizzata e diffusa con l’extra-scuola e con una realtà viva, stimolante, interessante, qual è il mondo dei giochi, del tempo libero, dello sport. Benvenuto dunque al neonato protocollo, uno strumento né buono né cattivo di per sé, ma eccezionalmente positivo o terribilmente inutile a seconda dell’uso che se ne intenderà fare. Le potenzialità dello strumento firmato il 12 marzo sono da un lato di grande portata, dall’altro in linea con le affermate tendenze di questi ultimi anni sull’apertura della scuola verso l’esterno, sulle possibilità di collaborazione con altri enti ed organismi, sull’ampliamento delle esperienze degli alunni in attività ed apprendimenti non tradizionali. Un contenitore da riempire Il "contenitore" ha, per ora, più l’aspetto di una scatola delle idee e delle intenzioni, che degli oggetti e delle piacevoli sorprese; esso però attende che qualcuno vi peschi dentro e cominci a svelarne i segreti. Aggiungere, in conclusione, che il protocollo d’intesa non è né un piano, né un progetto, e che le previste attività motorie presportive e sportive nelle scuole non per ciò stesso risultano avviate, è considerazione ovvia. Dal "protocollo-contenitore" ben altri oggetti, ben altri programmi e progetti dovranno essere estratti perché si possa dire di essere passati dalle parole ... alle cose, meglio ... alle cose fatte! Per ora ci si può anche accontentare, a patto però di non dimenticare già da ora che la prima scadenza del predetto protocollo, quella del mese di aprile ’97 per la presentazione del "progetto nazionale" non è stata onorata. Auguriamoci tutti che "la diga Rocchi" funzioni ancora, perché la scuola e i bambini possano avvantaggiarsi delle sorprese ludiche di cui è certamente portatore il mondo dello sport.
1)Si ipotizza un "Progetto nazionale di attività motorie fisiche e sportive scolastiche" per tutti gli alunni, disabili compresi, com obiettivi graduali secondo i diversi livelli di sviluppo
2) Analoghi "progetti locali" consentiranno partecipazione e collaborazione tra scuole nelle realtà decentrate e con ridotte potenzialità .
3) Si favorisce l'attivazione, nelle scuole, di sevizi ludico-motori, presportivi e sportivi a beneficio della cominità scolastica tutta, attraverso forme di collaborazione con società e associazioni sportive.
4)Si prevedono opportune intese sul territorio, perchè la scuola possa utilizzare, strutture, conulenze e disponibiltà esterne.
5) E' prevista la promozione di progetti, iniziative, interventi, per percorsi formativi "in continuità" riferiti ad aree territoriali omogenee, con utilizzazione di docenti di educazione fisica e relativi adattamenti agli orari di cattedra.
6) Saranno realizzate "comini iniziative di aggiornamento" del personale docente dei diversi ordini e gradi di scuola, atte a promuovere la partecipazione degli alunni alle attività motorie di base
7)E' istituita una commissione centrale mista, presieduta dal Sottosegrtario di Stato per verifiche e valutazioni periodiche delle iniziative adottate
8) E' analogamente prevista l'istituzione di un organismo paritario periferico, presieduto dal provveditore agli studi, per le attività ed esigenze locali
9) E' previsto un piano di monitoraggio delle iniziative sportive realizzate nella scuola, sia ai fini informativi, sia per l'approntamento di materiali didattici documentari.
10) Ministero P.I. e Coni si obbligano a destinare risorse finanziarie e contributi all'intero piano, per favorirne l'elaborazione, la realizzazione, la gestione.

articolo di Corrado Candidi
(maggio-agosto 1997)

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